Ginecologia e Osteopatia

Sempre più frequentemente si sentono donne in età “fertile”, dire: “Vorremmo tanto avere un bambino, ma non riesco a rimanere incinta…” La mancata realizzazione della maternità (e paternità) è causa di frustrazione da parte dei coniugi e discussioni all’interno della coppia, con un carico di ansia e desiderio crescenti che vedono, nella proposta di fecondazione assistita o artificiale, un’ ancora di salvezza. Il discorso è complesso e coinvolge varie sfere: fisiche, ambientali, abitudinali, psicologiche …e forse altre, che ancora non conosciamo; ma c’è uno spazio terapeutico tra la difficoltà nel concepimento e la fecondazione artificiale che la medicina tradizionale non contempla: l’osteopatia.

Esistono una serie di condizioni meccaniche funzionali che possono impedire l’innesto dell’ovulo o il trasporto dell’ovulo nella camera gestazionale, cause frequenti d’infertilità: cicatrici locali o degli organi circostanti, aderenze chirurgiche (anche di un’appendicectomia o di un precedente parto cesareo) o in esiti d’infiammazioni locali, tensioni del pavimento pelvico (fasciali), tensioni strutturali (bacino, osso sacro e coccige).

Le tensioni del pavimento pelvico meritano un approfondimento ulteriore in quanto possono
essere legate a tensioni addominali, tensioni dell’utero, mobilità del coccige e dolore alla penetrazione. Quest’ultimo caso è molto più frequente di quanto si possa pensare e spesso non viene affrontato per questioni legate al pudore e all’imbarazzo, rimanendo così irrisolto per tutto l’arco della vita. In questo caso la terapia ideale è la combinazione tra l’osteopatia e la riabilitazione del pavimento pelvico. Dal punto di vista anatomico, anche le strutture viscerali attorno a utero, tuba e ovaio, possono influire negativamente o essere un segno di disfunzione dell’apparato: colon irritabile, cistiti, infezioni delle vie urinarie.

Lo stile di vita è altresì importante: consumo eccessivo di fumo, alcool, droghe, il tipo di sport praticato (e la relativa intensità), il grado d’inquinamento ambientale, stress e ritmi di lavoro. Infine problemi ormonali, tiroidei, il diabete e i disordini alimentari (anoressia e bulimia). Gli organi viscerali, quindi anche utero, tube e ovaie, hanno una motilità (intrinseca propria dell’organo) e una mobilità (dell’organo nei confronti degli organi circostanti); inoltre, dal punto di vista osteopatico seguono anche il ritmo cranio sacrale e sono influenzati da quello fasciale.

L’osteopata “opera” per il recupero della mobilità della struttura, per diminuire le tensioni fasciali, cicatriziali e viscerali, e per ridare armonia all’intero sistema. Lo strumento dell’osteopata è nelle sue mani; la percezione palpatoria lo guida nella ricerca verso la disfunzione e la sua liberazione. In genere il piano di trattamento prevede 4 incontri nell’arco del mese successivo all’ultima mestruazione, poi una pausa di un mese o anche due, successivamente 1 o 2 incontri di controllo. Non sempre il risultato si ottiene dopo le prime 4 sedute, ma ciò non significa che si debba proseguire ad oltranza con il trattamento.

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Marcello Pisano - MioDottore.it